Le nostre emozioni sono strettamente correlate alle storie che ci raccontiamo su noi stessi, le quali di fatto raccontano l’immagine che abbiamo di noi stessi.
Se le nostre emozioni sono collegate alla nostra neurologia, al sistema immunitario ed endocrino, allora è naturale che quando proviamo delle emozioni si produca un cambiamento fisico, il quale può tradursi anche in un cambiamento comportamentale.
Il nostro mondo interiore è una collezione di narrative riguardo a le cose che ci sono accadute e su come abbiamo reagito ad esse. Ogni nostra esperienza e la nostra reazione ad essa lascia una traccia nel nostro sistema nervoso. Poiché siamo ancora vivi, è ovvio che il nostro sistema nervoso giudica quella reazione appropriata e perciò la ripropone in tutte le situazioni di quel tipo, creando tracce sempre più solide. E’ cosi che si crea un’abitudine, a ripetere comportamenti di che conosciamo, che ci sono familiari, di farne, quindi, un’abitudine.
Naturalmente, ciò che in particolari condizioni e un tempo poteva essere appropriato non necessariamente rimane tale per sempre. Fortunatamente, noi possiamo cambiare ciò che pensiamo, i nostri sentimenti e i nostri comportamenti, non siamo obbligati a mantenere quelli acquisiti un tempo, magari addirittura nella nostra infanzia.
Vi propongo un esperimento.
Prendete un quaderno o un foglio di carta e pensate ad una storia che vi riguarda e che vi raccontate ma che non vi fa stare tanto bene e chiedetevi se c’è un altro modo in cui potreste raccontare questa storia, un’altra versione che possa essere vera?
- Per esempio, forse, se sin da piccolissimi siete stati portati al nido e all’asilo, avevate creduto allora che i vostri genitori non avevano piacere a passare il loro tempo con voi, facendovi sentire non apprezzati, non meritevoli, inappropriati, insufficienti e altre cose simili.
Se non avete mai vissuto una storia come questa, ricordate una vostra esperienza che vi ha fatto soffrire. Una convinzione che è rimasta per tanto tempo, magari solo al livello inconscio, e che vi ha fatto soffrire per tanto tempo. Ma ora, da adulti, forse potete riconoscere che in realtà i vostri genitori non potevano rinunciare ad andare a lavorare, che non avevano la possibilità di fare una scelta diversa e che non erano affatto in discussione le vostre qualità né, tantomeno, il loro amore per voi.
Nel riconoscere questa verità, come vi giudicate ora e come vi sentite? Quali possono essere ora le vostre scelte e le vostre azioni?
Se non ci fossero mai state quelle vecchia credenza e quelle sofferenze, come sarebbe potuta essere la vostra vita? Avreste fatto scelte diverse? Vi sareste comportati diversamente?
- Pensate ora alle emozioni spiacevoli che ancora vi capita di provare e chiedetevi quali esperienze lontane vi ricordano, a cosa vi fanno pensare. Quale è il ricordo più vecchio che associate a quelle emozioni?
Pensate di voi ancora ciò che pensavate allora? Volete continuare a provare ancora quelle emozioni, in fondo solo perché ci siete abituati?
Io credo sia giunta l’ora di accettare l’idea che quelle storie, quelle emozioni e quei sentimenti non vi possono più definire.
I neuroscienziati hanno scoperto che il nostro cervello è “plastico”, cioè, che è in grado di creare sempre nuove connessioni e nuove tracce, a qualsiasi età, e che, perciò, partendo da nuovi e vantaggiosi racconti possiamo creare nuove e vantaggiose convinzioni e una nuova vita.
Come potrebbe cambiare la vostra vita se vi raccontaste solo storie positive riguardo a voi stessi?
Per cominciare, ricordatevi qualcosa che vi ha fatto stare bene. Ricordate più dettagli possibile. Ricordate ciò che avevate pensato, ciò che avevate fatto e ovviamente il risultato.
Ricordando tutto questo, sentite che ora potreste fare qualcosa che sognate, ma che non vi siete mai permessi prima?
Provate a ricordare sempre più eventi ed esperienze piacevoli della vostra vita, fatelo diventare un’abitudine. La vostra vita è nelle vostre mani, non nelle mani di qualcun altro, siete gli unici a poter scegliere ciò che volete pensare e sentire e vivere.
Datevi la possibilità di essere ciò che volete essere.