Psicologia della migrazione

Mentre uscivo dalla porta avviandomi verso la libertà, sapevo che se non avessi abbandonato tutta la rabbia, l’odio e l’amarezza sarei rimasto comunque in prigione.
Nelson Mandela

Il fenomeno dell’immigrazione occupa un posto importante nella nostra società sia come fonte di nuovi significati, sia come fattore esplicante delle contraddizioni della società occidentale.

Integrazione, multiculturalismo, tolleranza sono diventati termini e concetti fondamentali, ma ricordiamo che molti studi e ricerche hanno rivelato che i tanti e profondi pregiudizi etnici e razziali sono ancora ben presenti e che sono basati soprattutto sull’ignoranza rispetto ai valori culturali dell’altro. Spesso le informazioni dei mass-media sono parziali e superficiali, quando non francamente errate, e possono generare immagini profondamente distorte del problema immigrazione. Infatti, l’immigrazione viene vissuta da molti come un’invasione, un’invasione di un’insieme unitario, compatto - noi, da parte di un numero sconosciuto di entità misteriose e temute – gli altri, gli stranieri.

Viene in mente una cellula germinale femminile, l’ovulo, circondata da milioni e milioni di cellule germinali maschili, gli spermatozoi, che vogliono invaderla, penetrarla, persino fondersi con questo ovulo. Se l’ovulo non accoglierà nessun ospite sia l’ovulo che gli spermatozoi sono destinati ad atrofizzarsi e a morire, ma se, invece, accetta, allora ne sarà arricchito e nascerà una nuova vita. Perché possa esserci vita è necessaria la vicinanza, la comunicazione, l’accettazione, l’integrazione e la fusione.

E’ difficile illustrare la dinamica della pluricomunicazione gruppale. Da quanto sopra possiamo, però, dire che la gruppalità sta all’origine della vita di ogni essere umano: un piccolo, primordiale ed elementare gruppo, la coppia, fondendo le proprie risorse produce una nuova vita, l’incontro ed il legame dinamico della coppia genitoriale produce una nuova gruppalità genetica, che si manifesterà in gruppalità emotiva, cognitiva, comportamentale, verbale. In fondo, dalla particella dell’atomo al sistema solare siamo organizzati per sistemi complessi obbligati a dipendere e a scambiare. Nello stesso modo nella società, grazie alle dinamiche fra due o più persone ed in virtù della eterogeneità dei singoli, attraverso lo scambio – incontro – scontro, viene tutelata la nascita della matrice simbolica centrale dalla quale attingono i membri del gruppo-società producendo, per riflesso, il modellamento o la ri-definizione della nuova matrice individuale.

L’incontro, la comunicazione, lo scambio, la fusione portano con se la trasformazione; non si tratta di trasformazioni politiche o di quelle economiche, aspetti solo superficiali, che possono, o meno, contribuire al nostro benessere sul piano materiale, ma riguarda la capacità degli individui di discostarsi dagli eventi, grandi e piccoli, che ingombrano e a volte offuscano la nostra vita, per vedee “l’immagine più grande” ed il proprio valore umano.

Perché questa “immagine più grande”, questo valore umano siano di alto profilo evolutivo è necessario assicurare ad ogni essere umano il diritto alla sicurezza, all’identità e all’autostima perché un uomo nato in circostanze di incertezza, di insicurezza, di disperazione, di impotenza, di paura, di terrore e di panico, su quali basi potrebbe costruire una propria capacità di amore, di empatia, di comprensione di tolleranza, di cooperazione fiduciosa e costruttiva con gli altri suoi simili?

So that this wider picture, this human value may be of high evolutionary profile, it is necessary to assure each human being the right to security, to personal identity and self-esteem because on what basis can a human being born in circumstances of insecurity, despair, impotence, terror and panic develop love, empathy, understanding, cooperation, faith and constructiveness towards other human beings?